mercoledì 26 settembre 2012

Davanti a tutti.




Le spiagge del Salento sono gremiti di ciclisti. Non ciclisti sportivi con le loro tutine sgargianti e bici da migliaia di euro nè cicloturisti che si trascinano affaticati su bici piene di borse e borsette. Sono turisti che si muovono in bicicletta dai numerosi residence sorti all'intorno del litorale di Otranto per raggiungere il mare. Hanno scoperto che in bici si può arrivare tranquillamente sino in spiaggia, si evitano gli ingorghi del traffico estivo, non si paga parcheggio, non c'è da attendere nessuna navetta, ci si diverte.
Un traffico ciclistico così intenso da giustificare un minimo di regolamentazione spontanea (la foto si riferisce infatti ad un segnale posto davanti al corridoio d'entrata di un lido in località Specchiulla).
Un paese desideroso di sviluppare il turismo balneare avrebbe già progettato e realizzato una rete di percorsi ciclabili per collegare in sicurezza la stazione ferroviaria di Otranto, la città di Otranto, i numerosi alberghi, residence, agriturismi presenti nell'area con i principali lidi e luoghi di balneazione presenti lungo costa. Avrebbe già realizzato un servizio di bike-sharing per il mare, strutture a sostegno dei ciclisti (punti di gonfiaggio pneumatici, fontanelle per rinfrescarsi, rastrelliere, ecc.). E invece noi pensiamo al raddoppio della Maglie - Otranto e a sacrificare migliaia di ulivi. 
Affilate le ruote, seguite il solco....


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