domenica 19 agosto 2012

Rcordi di viaggio: L'Ultima Crociata 2 (Oria, 9-11 agosto 2008)

Quattro anni fa un agguerrito manipolo di soci di Fiab IL CICLONE sperimentava per la prima volta l'euforia di un viaggio in bicicletta. La meta era Oria in festa per il Torneo dei Rioni.
L'avventura suscitò una emozione così forte e intensa che una volta tornato a casa scrissi un piccolo libello per fissare gli episodi salienti del viaggio ed alcune riflessioni.

Oggi, a distanza di quattro anni da quel viaggio di iniziazione, mi piace riportare su questo blog la seconda selezione delle mie personali note di viaggio.


L'Ultima Crociata (Oria, 9-10-11 agosto 2012) ovvero in viaggio all'interno di nuovi spazi geografici e dimensioni temporali.
Oria è lì, dietro l'angolo. Poco più di 100 chilometri di superstrada e neanche un'ora di percorrenza in automobile. La noia del viaggio è ammazzata da una sigaretta fumata con condizionatore e stereo accesi. L'organismo sprofondato in posizione fetale nella poltrona di guida, inattivo dietro al volante, reagisce accumulando colesterolo e trigliceridi, ipertensione e noia.
Ma in bici è diverso. Il movimento ipnotico della pedalata spalanca le porte dello spazio e del tempo. Il paese medievale viene raggiunto partendo da Maglie all'alba, per sfruttare le ore più fresche della giornata. Seguiranno 10 ore in sella, lungo stradine di campagna mai percorse, attraversando paesaggi di colpo tornati sconosciuti (in che paese siamo arrivati? E' la prima domanda che mi rivolgono i compagni d'aventura appena entriamo in un centro urbano).
L'unica, fresca fontanella nel centro storico di Campi Salentina, chiuso inaspettatamente al traffico veicolare, diventa un'oasi nel deserto, eccita gli animi più giovani subito impegnati in giochi acquatici, ristora la mente ed il corpo dalle cinque ore di pedalata compiute con temperature crescenti ed infine infuocate.
In quale sogno (o incubo) fantastico avremmo mai immaginato di rinfrancarci dalla calura del mezzogiorno di agosto all'ombra degli ulivi di Albano? Uno dopo l'altro ci abbandoniamo al nostro destino, lasciando sciogliere la fatica su un verde prato o su una fresca panchina.
Arriveremo ad Oria al tramonto. Ma la sensazione è quella di aver pedalato per una settimana. Gli eventi trascorsi nella lunga giornata sono lontani e ora giacciono appesi su alberi di fico e mandorli, avvolti in camere d'aria forate, disciolti in innumerevoli borracce d'acqua, agganciati a risate senza fine.
Ma ormai Oria è davanti a noi. Una fugace apparizione del castello dominato da nubi e rombi di pioggia, ci prepara al rientro nella abituale dimensione dello spazio e del tempo.
 

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