mercoledì 21 marzo 2012

Il ventre dell'architetto / 1




Immaginiamo la scena.

Sindaco:-Bene, caro architetto. Abbiamo deciso di restituire al bellissimo centro storico della nostra città la sua pavimentazione originale. Togliamo finalmente l'asfalto e ripristiniamo il vecchio basolato!-.
L'architetto annuì soddisfatto per l'incarico ricevuto e si mise subito al lavoro. - Quindi dobbiamo considerare che l'occasione è ottima per rifare i sottoservizi ormai vetusti per cui conviene togliere via tutto e rifare la pavimentazione ex-novo - ragionava nel suo studio il buon architetto. E cominciò a disegnare tavole su tavole, a stilare computi metrici su computi metrici quando infine giunse alla progettazione del nuovo basolato. - Per il nuovo basolato dobbiamo stimare bene gli sforzi a cui sarà soggetta la pavimentazione - rifletteva - dobbiamo assolutamente evitare che i basoli si comincino a muovere o peggio a rompersi. Dobbiamo fare le cose per bene....- .
Si fermò quindi a riflettere. Dopo un paio d'ore di intensa meditazione era pronto. - Quindi, siamo nel centro storico di una città moderna, faro di civiltà per il territorio circostante, famosa per l'elevato livello socio-culturale espresso dai suoi abitanti. - Il volto dell'architetto divenne rosso per lo sforzo creativo - Quindi sul nuovo basolato passeranno soprattutto ciclisti e pedoni. Possiamo sicuramente trascurare lo sporadico passaggio di mezzi di servizio (auto polizia municipale, pullmino trasporto disabili, ecc.) e di soccorso (autoambulanze). Probabilmente - continuava a ragionare l'architetto – il massimo sforzo sulle lastre calcaree che comporranno il nuovo basolato sarà prodotto da signore in evidente sovrappeso con tacchi a spillo, professoresse di greco e latino con loro pesante fardello di dizionari e manuali di testo, biciclette di ritorno dalla spesa, uomini obesi in forte ritardo...... -
Alla fine il progetto fu pronto, l'orribile nastro di asfalto divelto, i sottoservizi rinnovati e il basolato realizzato. Dopo mesi di intenso lavoro il centro storico fu finalmente restituito ai suoi cittadini nella sua veste migliore.

Ma da quel giorno l'architetto non dorme più. Ogni notte sente sul suo ventre il passaggio delle pesanti ruote di ogni SUV, di ogni trattore, di ogni furgone, di ogni camion, di ogni TIR, di ogni auto che ogni secondo fa tremare ogni singola lastra che compone la pavimentazione del centro storico di Maglie.
E nelle notti insonni con le mani sul ventre si sbriciola insieme al basolato l'idea di una città moderna, faro di civiltà per il territorio circostante, famosa per l'elevato livello socio-culturale dei suoi abitanti....

Lasciamo che le ruote delle nostre bici facciano il solco.

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