“Mi
raccomando” - concluse a gran voce l'architetto - “mi raccomando
non piantiamo alberi con radici superficiali altrimenti rischiamo di
dover rifare la pavimentazione tra cinque anni....”.
Le
maestranze riunite per un incontro prima di dare l'avvio ai lavori
delle nuova zona mercatale annuirono con ossequio. “E' davvero un
grande architetto, non gli sfugge nessun particolare” era il
pensiero comune che in silenzio veniva scambiato con occhiate fugaci
dai partecipanti.
Iniziarono
i lavori e presto tutto fu completato. Tonnellate di materiale inerte
avevano parzialmente riempito la parte di dolina (una depressione di
origine carsica) che avrebbe ospitato l'opera, le ruspe avevano poi
spianato tutto, operai laboriosi avevano realizzato le tubature per
l'acqua piovana e gli impianti elettrici e idraulici, costruita la
struttura a guardia dell'ampia area che avrebbe ospitato ogni sabato
mattina le bancarelle del tradizionale mercato, realizzate delle
piccole aiuole per rendere più gradevole l'impianto.
Il grande spiazzo era pronto e mancavano
solo 5 alberi da piantare sul bordo del marciapiede come ultimo tributo alla natura violata. Purtroppo tutti
quei lavori avevano ormai cancellato dalla mente l'ultima
raccomandazione dell'architetto. Giunse l'uomo del verde e piantò gli unici 5
alberi dell'intera area. Rigorosamente pini.
Da
quel giorno l'architetto non dorme più. Ogni notte sente sul suo
ventre la pressione delle radici di quei pini che giorno dopo giorno
cresceranno poco sotto la superficie del suolo, pronte a dissestare
inesorabilmente qualsiasi pavimentazione realizzata da mano umana.
Affilate
le ruote, seguite il solco....
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